Il polso in medicina cinese (prima parte)

Sep 26 / Gianfranco Morelli
Lo studio dei polsi in medicina cinese ha sempre suscitato in me un grande interesse, tanto da dedicarvi, nel setting terapeutico, tempo e attenzione.
Mi ha sempre affascinato la possibilità di ottenere tante informazioni dettagliate dalla palpazione di un piccolo tratto dell’arteria radiale. Con un gesto apparentemente semplice e in breve tempo, ho imparato ad entrare nell’intimità psicofisica di una persona.

Questo è quello che vorrei trasmettere negli incontri di pulsologia che si terranno a TAO Academy a MILANO. La presentazione del corso è il 4 ottobre 2023, link di iscrizione nella pagina del corso.

La diagnosi del polso ha il suo Dao (parte prima)

All'inizio, non possedendo una chiara Via per conseguire l'abilità necessaria ho incontrato diverse difficoltà. In questo articolo, in cui racconto brevemente la mia esperienza, desidero mettere in evidenza gli ostacoli che si possono incontrare nell’apprendimento e come si possono affrontare, per arrivare a una progressiva conoscenza di questo metodo diagnostico.
Durante la mia formazione e il confronto con numerosi docenti universitari cinesi, sia agopuntori che fitoterapeuti, e insegnanti anglosassoni, ho potuto constatare nella pratica clinica che le descrizioni del polso, secondo la medicina cinese, riguardavano
solamente la frequenza, la profondità e le relative principali forme. Si trattava però di un uso semplificato della diagnosi del polso, in confronto alla complessità di tale pratica così come veniva descritta nella letteratura classica.
Questa semplificazione era probabilmente l’esito della revisione culturale dei testi avvenuta durante l’epoca maoista i cui effetti si sono protratti perlomeno fino alla fine degli anni Novanta.
Bob Flow nel suo libro “The Secret of Chinese Pulse Diagnosis” sullo studio dei polsi riporta l’esperienza di una domanda posta ad una sua insegnante cinese che prendeva il polso solamente con due dita. La dottoressa, interpellata da Flow chiarì di non preoccuparsi eccessivamente, perché era scientificamente impossibile che il polso
potesse avere qualità o immagini differenti nelle diverse posizioni.
Una possibile spiegazione di tale risposta riguarda il ruolo minore che il polso ha assunto, di conseguenza, nella diagnosi rispetto ad altri metodi.
Questo esempio rispecchiava le diverse soggettività che si sono accostate alla diagnosi dei polsi, e la distanza tra loro e gli antichi testi.
C’era per me, un confine tra il mito e la certezza storica di una medicina fondata su un articolato pensiero filosofico e i suoi sistemi teorici di riferimento da un lato e dall’altro la ricchezza delle esperienze custodite e trasmesse nel tempo.
Negli anni Novanta, ho avuto l’occasione di conoscere Yu Yongxi, medico di tradizione familiare e professore universitario di matematica, il quale iniziava la sua visita prendendo accuratamente i polsi, facendo poi qualche domanda, uno sguardo al volto
e alla lingua e la prescrizione era fatta. Esaminava le caratteristiche generali e ogni posizione ricavandone precise informazioni sistemiche. La domanda che gli posi era come arrivare a una tale conoscenza e a questo proposito Yu Yongxi mi disse: “E’ molto importante sapere quali testi classici studiare e come studiarli. Non è sufficiente l’applicazione, nonostante lo studio si può anche regredire. La causa è la confusione. Per lo studio dei polsi il punto di riferimento deve essere il Binhu Maixue, che deve essere conosciuto nei dettagli, perché all’occorrenza potrai ricordare quanto studiato e saprai farne un uso prezioso nella clinica”.
 
Il segreto della Via (Dao) nello studio dei polsi.
 
Ho seguito le sue indicazioni sebbene fossi un po' perplesso, perché pensavo che un insegnamento diretto fosse imprescindibile e risolutivo per poter progredire. Ho compreso solo in seguito che l’insegnamento di Yu Yongxi faceva parte di quel semplice segreto di cui ha scritto anche Bob Flow nel suo libro “The Secret of Chinese
Pulse Diagnosis” citando a sua volta Manfred Porkert, il quale nel “The Essentials of Chinese Diagnostics” ha evidenziato gli ostacoli che si possono incontrare nell’apprendimento della diagnosi del polso. Secondo il loro autorevole parere, il semplice segreto sta nel porre, fin dall’inizio, delle solide basi attraverso un apprendimento progressivo delle informazioni necessarie per sviluppare una certa abilità in questo metodo diagnostico. È quella chiarezza della Via che evita errori e inutili perdite di tempo, che possono solo alimentare incertezza nella diagnosi e nella pratica clinica.
 
Le solide basi: i primi passi.
 
Ora vorrei prendere in considerazione alcuni dei primi passi di un percorso che nei quattro seminari, che terrò presso la TaoAcademy, troverà un suo sviluppo e una sua completezza.
I riferimenti al Binhu Maixue che seguiranno derivano da un lavoro di ricerca, traduzione e adattamento reso unicamente possibile dalla collaborazione con Laura Caretto.
 
Dalla sensibilità percettiva alla conoscenza.
 

Sensibilità percettiva e capacità di integrazione dei dati derivati dalla percezione, sono doti innate, ma possono essere comunque educate. Quando appoggiamo le dita, in quel piccolo spazio che dà accesso al mondo che desideriamo conoscere, “Porte e finestre vanno chiuse”, questa frase indica che non dovrebbero esserci distrazioni.
Nel Binhu Maixue è scritto: “Armonizza e fissa il respiro, il respiro entra ed esce calmo”, è indicato quindi quasi uno stato meditativo per la pratica diagnostica.
 
Quando parlare o chiedere silenzio durante la presa del polso.
 
Molto spesso accade che durante la presa del polso, i pazienti chiedano il permesso di parlare, perché intuiscono che non dovrebbero esserci interferenze su ciò che stiamo facendo. Desidero soffermarmi su questo aspetto dell’interazione con il paziente per fare chiarezza su un tema interessante sul quale, da diversi anni, ho
avuto modo di lavorare.

continua nel prossimo articolo